Miti e fatti

Mito: l'ADHD non è reale, perché non ci sono prove che sia associato o sia il risultato di una malattia evidente o di un grave danno cerebrale.
Esistono molti disturbi legittimi senza alcuna malattia sottostante evidente o patologia grossolana. L'ADHD è tra questi. Tuttavia, l'ADHD è associato a ritardi significativi nella crescita e nel funzionamento cerebrale

Mito: L'ADHD non è un vero disturbo perché non diagnosticabile da esami strumentali.
Non esiste un test di laboratorio per diagnosticare l'ADHD. Non esiste alcun test medico per alcun disturbo mentale "reale" attualmente noto. La diagnosi implica la raccolta di informazioni da genitori, insegnanti ed adulti di riferimento, la compilazione di questionari ed una valutazione medica (inclusi screening della vista e dell'udito) per escludere altri problemi medici.

Mito: l'ADHD è un disturbo recente nato agli inizi degli anni 80.
Risale agli anni 1950-1960 l'individuazione della categoria diagnostica del Minimal Brain Dysfunction (MBD), con successivi frequenti cambiamenti di definizione fino all'attuale ADHD.

Mito: l'ADHD con la crescita regredisce e scompare spontaneamente.
La diagnosi di ADHD non si fa solamente nei bambini, è vero che una quota dell'iperattività motoria si affievolisce con l'adolescenza ma persistono i sintomi di disattenzione e di impulsività.

Mito. L'ADHD è un disturbo di natura ambientale dovuto ad una scadente capacità educativa dei genitori e a mancanza di disciplina.
È stato dimostrato che operare con maggiore disciplina senza alcun altro intervento peggiora anziché migliorare il comportamento dei bambini con ADHD. In realtà l'ADHD è un disturbo che impedisce a chi ne è affetto di selezionare gli stimoli, di pianificare le azioni e controllare gli impulsi.

Mito. Gli stimolanti possono portare in seguito al trattamento prolungato ad una dipendenza, come avviene con le sostanze stupefacenti.
Proprio perché gli stimolanti riescono a favorire la concentrazione e di conseguenza permettono buoni risultati scolastici migliorando la qualità di vita del bambino/adolescente. Studi recenti hanno dimostrato che i ragazzi sottoposti a trattamento farmacologico per ADHD sono risultati a minor rischio per l'abuso di sostanze di quanto non fossero i loro coetanei con ADHD ma non sottoposti a trattamento farmacologico.

Mito. Gli stimolanti "coprono" il problema, senza trattare le cause reali dell'ADHD.
Realtà. Gli stimolanti agiscono in maniera tale da migliorare la neurotrasmissione della dopamina e della noradrenalina, neurotrasmettitori cui sono associate funzioni importantissime di inibizione e modulazione cerebrale



© RIPRODUZIONE RISERVATA
Ospedale Pediatrico Bambino Gesù - U.O. Neuropsichiatria Infantile

Privacy Policy    Cookie Policy