- Abuso e maltrattamento
- Disturbi dello spettro autistico
- Disturbi del comportamento alimentare
- Disturbi dell’umore
- Disturbi d’ansia
- Disturbi specifici del linguaggio
- Disturbi specifici dell'apprendimento
- Disturbo da deficit dell'attenzione e iperattività
- Disturbo della condotta
- Disturbo oppositivo-provocatorio
- Disabilità intellettiva e sindromi genetiche
- Stati mentali a rischio e psicosi
- Altri disturbi - i disturbi da tic
- Disturbo Ossessivo-Compulsivo
AUTISMO
Segnaliamo un articolo pubblicato nel Settembre del 2013 da M. Lai, M. V. Lombardo e S. Baron-Choen sulla famosa rivista The Lancet. Tale review prende in considerazione i più recenti dati della letteratura internazionale sull'Autismo e sulle condizioni dello Spettro Autistico,che vengono definiti come un "insieme eterogeneo di condizioni del neuro sviluppo, caratterizzate da insorgenza precoce di difficoltà nella comunicazione sociale e di comportamenti e interessi inusualmente ristretti e ripetitivi".
Per quanto riguarda la prevalenza, gli autori sottolineano che 1 persona su 100 riceve una diagnosi di Disturbo dello Spettro Autistico e ribadiscono quanto tali sindromi colpiscano più frequentemente i maschi rispetto alle femmine.
I Disturbi dello Spettro Autistico nel 70% dei casi si manifestano in comorbidità con altre condizioni.
Le persone con autismo hanno profili cognitivi atipici; ad esempio, in alcuni casi si manifesta compromissione della cognizione e della percezione sociale, una disfunzione sul piano esecutivo e un'anomala elaborazione percettiva e delle informazioni. Tali profili si fondano su uno sviluppo neuronale anomalo.
La genetica ha un ruolo chiave nell'eziologia dell'autismo, insieme con fattori di sviluppo ambientali. L'effetto di mutazioni rare e varie può contribuire al rischio.
La valutazione della sintomatologia dei Disturbi dello Spetto Autistico richiede una presa in carico multidisciplinare e viene ancora una volta sottolineata l'importanza di una diagnosi precoce essenziale per un intervento mirato ed immediato.
Gli autori sottolineano come interventi comportamentali precoci possono migliorare la comunicazione e ridurre stati di ansia o risposte aggressive. Le terapie farmacologiche, invece, possono ridurre sintomi che si presentano in comorbidità ma non hanno effetti diretti sulla comunicazione.
Infine è sottolineata l'importanza e la centralità della costruzione di un ambiente favorevole che accetti e sostenga l'individuo.
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