Autismo e gioco

Facilitating play, peer engagement and social functioning in a peer group of young autistic children: comparing highly structured and more flexible behavioral approaches

 Autismo e gioco

Una recente ricerca, nata dalla collaborazione tra l'Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile con l'associazione Una Breccia nel Muro e prossimamente pubblicata  sulla rivista scientifica Research in Autism Spectrum Disorder, ha indagato gli effetti di due diversi modelli di trattamento sul gioco, sul coinvolgimento con i pari e sul funzionamento sociale di un gruppo di bambini con Disturbo dello Spettro Autistico (DSA).

L'obiettivo del presente studio era quello di capire se lo sviluppo di comportamenti di gioco e il coinvolgimento con i pari fosse maggiormente facilitato da uno specifico intervento basato sul gioco che seguisse un approccio comportamentale strutturato e che non includesse i genitori o un approccio naturalistico  orientato sul bambino, più flessibile che comprendesse i genitori nelle sessioni di terapia.

Non sono state osservate relazioni tra istruzioni dirette dell'adulto e livelli alti di aiuto con maggiori capacità cognitive e di gioco sociale o con un miglior funzionamento sociale. Al contrario, i bambini esposti a insegnamento naturalistico che supporta l'iniziativa di gioco del bambino e le aperture sociali era predittivo di più alte capacità cognitive e miglior funzionamento sociale. Un aiuto meno intrusivo è predittivo di aperture sociali e comunicative del bambino.

I risultati emersi evidenziano come i bambini che seguivano il trattamento con approccio naturalistico mostravano un minor numero di giochi senso motori e comportamenti di gioco più adeguati (gioco funzionale, costruttivo e simbolico) rispetto ai bambini che seguivano un approccio più strutturato. Gli stessi si impegnavano più spesso in attività con i pari permettendo la prossimità dei pari per un tempo più lungo, con minori risposte anti-sociali alle aperture dei pari con autismo; mostravano, inoltre, maggiori abilità di attenzione condivisa e di modulazione del contatto oculare. Infine questi ultimi mostravano un maggior numero di tentativi di aperture sociali e la capacità di mantenere un focus comune nelle attività di gioco con i pari.

Le evidenze di questo studio hanno notevoli implicazione cliniche, in quanto gli interventi di implementazione delle capacità sociali e di gioco, sebbene applicati in un gruppo di bambini autistici, possono facilitare i tentativi di integrazione di un bambino con autismo nel contesto scolastico, preparandolo a rispondere alle aperture sociali dei coetanei a sviluppo tipico in ambiente naturale. A sua volta l'apprendimento di comportamenti di gioco più elevati (non senso motori) aumenta la possibilità di aperture sociali da parte degli altri.

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Ospedale Pediatrico Bambino Gesù - U.O. Neuropsichiatria Infantile

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