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La nuova Barbie
Lammily, questo il nome della bambola ideata da Nickolay Lamm, un'altra barbie, le cui misure sono calcolate in base alle proporzioni reali di una ragazza media. Tale proposta sembrerebbe avere come obiettivo quello di proporre ai bambini un'immagine reale del corpo femminile, superando il pregiudizio culturale per il quale "magro è bello" e proponendo un prodotto diverso.
Secondo uno studio americano, infatti, le
proporzioni del corpo ricalcano, quelle che in media si riscontrano
in una ragazza diciannovenne, discostandosi da canoni di bellezza
che da oltre cinquant'anni la barbie ci propone.
Questa nuova bambola dalle sinuose forme "femminili" può offrire
alla teenager un'alternativa, una possibilità di scelta in più nel
poter abbandonare stereotipi sociali che costituiscono uno dei
principali problemi nella crescita e nello sviluppo delle
adolescenti del terzo millennio; infatti è noto quanto
modelli culturali e familiari offerti possano fornire
messaggi erronei o proposte che potrebbero essere
emulate.
In passato, si è parlato molto della famosa
"barbie, come di una bambola
anoressica", come modello negativo per le più
piccole già a partire dagli otto anni.
Descritta come "Sottile e asettica, la bambola Barbie e' il primo
modello di riferimento estetico per milioni di bambine di tutto il
mondo e ha un corpo da anoressica, come lo sono quelli della
maggior parte delle top models che si sostituiscono alla mitica
bambolina con il passaggio dall' infanzia all'adolescenza".
Uno studio della Rutgers University del New
Jersey ha evidenziato come il modello di una barbie magra
"anoressica" sia il più gettonato dalle bambine rispetto al nuovo
modello proposto.
Le bambole più belle secondo la maggior
parte delle bambine della ricerca apparivano quelle più
magre, mentre le bambole più paffute e cicciottelle
apparivano più tristi, stanche, più sole.
Alcuni ravvisano, in questi orientamenti e scelte le basi
che possono predisporre a disturbi alimentari come
l'anoressia.
Sappiamo dai dati della letteratura quanto l'età di esordio dei
Disturbi del Comportamento Alimentare sia anticipata e
quale importanza abbiano le influenze socio-culturali che
tendono a mitizzare le forme del corpo rispetto alla totalità della
persona.
Sempre più per le adolescenti la magrezza e l'aspetto fisico
divengono una vera e propria "cultura" e il corpo magro della donna
quasi androgino, un modello da emulare (in antitesi al corpo
formoso e "materno" della tradizione). Si assiste così ad uno
stravolgimento dell'immagine femminile, sia nelle
caratteristiche fisiche che in quelle psicologiche. Lo
sviluppo dell'immagine corporea, infatti è una tappa evolutiva
essenziale nella pubertà: allora avvengono numerosi e repentini
cambiamenti fisici che si accompagnano ad un diversa percezione
della propria immagine corporea. In quel momento sono
fondamentali i messaggi e i modelli proposti dall'ambiente e dalla
famiglia.
E' evidente quindi come un'alterata o distorta percezione della
propria immagine, per difetti lievi o inesistenti possano
influenzare l'instaurarsi di un disturbo dismorfofobico, frequente
nei pazienti affetti da Disturbi del Comportamento alimentare.
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