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L'ADHD non va in vacanza!
La fine dell'anno scolastico si avvicina e le famiglie con bambini ADHD iniziano a chiedersi come faranno ad organizzarsi tra lavoro e figli. Si, perché, a causa delle caratteristiche dirompenti che presentano i soggetti affetti da questo disturbo, ogni anno si ripresenta lo stesso problema: dopo neanche due giorni dall'inizio del Centro Estivo si ritrovano ad ascoltare le stesse lamentele e resistenze ad occuparsi di questi bambini: "signora, suo figlio si agita troppo, non rispetta le regole, non mangia seduto, si oppone alle attività proposte, vuole essere sempre il primo, diventa aggressivo ed è pericoloso per gli altri". Tutto ci si traduce in bambini frustrati tenuti sotto tiro dagli animatori per tutto il tempo del centro estivo, o in famiglie costrette a "parcheggiare" i figli una volta dalla nonna, una volta dalla zia, una volta dal vicino di casa, senza costanza né continuità, colludendo con la confusione e disorganizzazione di questi bambini.
Di fronte ai racconti di queste famiglie sono nati i Campus Estivi per bambini con ADHD e patologie correlate gestiti da personale altamente specializzato. Negli Stati Uniti è una pratica presente da molti anni e finalmente anche in Italia si iniziano a sperimentare iniziative in questo senso. Campus pensati e realizzati "intorno" al potenziamento delle funzioni esecutive, alla tendenza all'impulsività, all'incapacità di restare fermi per un tempo prolungato. L'intento è quello di far divertire i bambini e allo stesso tempo riabilitarli in tutte le loro abilità più fragili attraverso attività individuali e collettive. Le proposte sono le più varie a partire dai classici tornei sportivi, a giochi di movimenti in cui vengono stimolate la pianificazione e l'attenzione, a giochi da tavolo attraverso i quali imparare a tollerare la frustrazione della perdita o potenziare la memoria di lavoro. Tutto questo per rendere possibile anche per questi bambini un periodo di vacanza da poter ricordare nel tempo, accompagnati dall'emozione dell'essersi sentiti accettati per quello che sono, dall'aver potuto sbagliare senza essere esclusi e potendo esprimere al meglio le proprie potenzialità .
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