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Quando la stampa di sinistra è ideologica
Adriana Bembina ha pubblicato sul numero di Left del 1 Marzo un articolo dal titolo: "Quando la tv pubblica è diseducativa" che commenta la trasmissione Disordini trasmessa dalla Rai nell'autunno scorso. La tesi sostenuta dalla collega è che la "… docu-fiction propone ai giovani il ricorso agli psicofarmaci come metodo per risolvere ogni disagio".
Falso. Lo scopo della fiction e del libro dal quale le storie sono
tratte (L'insalata sotto il cuscino, TEA ed.) è raccontare
storie di adolescenti con Disturbo mentale, il loro dolore, la loro
solitudine. Gli adolescenti che in Italia e nel mondo
soffrono di una malattia mentale (non di un disagio) sono almeno il
10% (dati OMS) mentre le possibilità di assistenza e cura
sono ridottissime: in tutta Italia solo 90 posti letto. E
il suicidio resta la seconda causa di morte sotto i 20 anni. Ma
l'ideologia (o la paura di interessi minacciati?) non consente una
riflessione pacata. Meglio ricondurre tutto alla battaglia Farmaco
- Psicoterapia come se i termini della salute mentale fossero
riducibili a uno slogan, un'attività da tifosi: Roma contro Lazio,
Milan contro Inter.
Che peccato, che tristezza! La comunità scientifica
internazionale sostiene che i percorsi di cura vadano distinti per
i diversi disturbi mentali. Ciò che è efficace per la cura
del l'Ansia non può essere utilizzato per l'esordio psicotico, ciò
che è valido per la depressione può non esserlo altrettanto
nell'Autismo. Ogni percorso di cura deve essere individualizzato.
Ragionevole, no? E' in mala fede, perciò, chi afferma che il
farmaco possa curare ogni disturbo così come chi sostiene che la
psicoterapia da sola (magari a 80 euro a seduta per tre volte la
settimana per anni e anni di terapia) possa costituire un valido
rimedio per tutto.
Possiamo davvero continuare ad approcciare la malattia mentale con
la presunzione del demagogo? Possibile non ci sia
alternativa alla guerra di religione tra imam psicoterapeuti e i
curiali impasticcatori?
Non mi arrendo e, a differenza di Adriana Bembina, contino a
sognare un paese normale, dove anche di malattia mentale si possa
discutere usando la ragione e non il pregiudizio,
ricercando sempre la migliore cura possibile nell'esclusivo
interesse dei nostri sempre più numerosi pazienti.
Vedere per credere
http://www.raiscuola.rai.it/programmi-nuovi/disordini/97/default.aspx
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