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Disturbi del sonno e disturbi d’ansia in età evolutiva: quale relazione?
I disturbi del sonno includono un ampio spettro di problematiche, ad esempio la difficoltà di addormentamento, i risvegli precoci, il rifiuto di dormire da soli, il sonnambulismo o gli incubi. Numerose ricerche negli ultimi anni hanno dimostrato che i problemi del sonno e alcuni disturbi internalizzanti, primi fra tutti i disturbi d'ansia, si trovano frequentemente in associazione in età evolutiva, con stime che arrivano fino all'85% in campioni clinici (Alfano et al., 2010; Willis et al., 2015). Sulla base di tali evidenze, alcuni autori hanno effettuato studi longitudinali per analizzare la natura della relazione ansia-disturbi del sonno e la sua bidirezionalità. Alcuni studi hanno evidenziato che la presenza di problemi del sonno all'età di 4 anni correla significativamente con la presenza di disturbi d'ansia in adolescenza o in età adulta, come indici predittori e fattori di rischio significativi (Gregory e O'Connor, 2002; Gregory, 2005). Allo stesso modo, per la natura bidirezionale di questa associazione, è stato dimostrato che una diagnosi di disturbo d'ansia in adolescenza può predire un maggiore rischio di insonnia, così come accade in adolescenti affetti da depressione. I fattori ormonali, genetici e ambientali sono equamente implicati nella manifestazione di questi disturbi. Il contesto familiare può incidere notevolmente sul loro esordio, ad esempio è stato dimostrato che i figli di genitori ansiosi, rispetto ai figli di genitori senza tratti ansiosi, presentavano maggiori difficoltà nel sonno. La terapia è di tipo comportamentale e, qualora servisse, anche farmacologica. Il coinvolgimento attivo dei familiari appare di fondamentale importanza nella terapia comportamentale, per l'applicazione di tecniche atte a modificare abitudini errate correlate al sonno, con l'obiettivo di fornire risultati più stabili nel tempo.
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