I nativi digitali conoscono veramente il loro ambiente?

Safer Internet Day Study 2015

Safer Internet Day Study 2015Secondo una ricerca IPSOS per Save the Children, il 39% dei minori si è iscritto a Facebook a 12 anni, il 32% ha dichiarato di averne 18. Uno su due conosce le regole sulla privacy (51%), ma non se ne preoccupa (57%). Quasi la totalità degli intervistati ha almeno un profilo su un social network. Facebook rimane quello più popolare anche se in netto calo rispetto agli anni precedente ( - 6% rispetto allo scorso anno). Cresce di molto Instagram che in due anni quadruplica il numero di utenti (36% vs. 9% del 2013). Segue Youtube e Twitter, rispettivamente con il 34% e 29%. Tra le app di messaggistica mobile, WhatsApp è quella più utilizzata (59%). I più social risultano essere i ragazzi più grandi, quelli nella fascia di età 16 e 17 anni.
L'attività social più frequente tra quelle indicate è chattare con amici e conoscenti: il 93% degli adolescenti italiani, infatti, intrattiene una conversazione con qualcuno che già conosce nella vita reale. Il 65% aggiorna la propria pagina Facebook, il 57% posta in rete fotografie che lo/a ritraggono. La rete è spesso anche il luogo dove entrare in contatto con persone che non si conoscono nella vita reale: è interessante notare che più di un intervistato su due, infatti, dichiara di chattare con qualcuno conosciuto in rete.
Tra i comportamenti più diffusi in rete tra gli adolescenti, il 68% indica quello di chiedere il contatto Facebook o Twitter a qualcuno conosciuto da poco, il 44% quello di inviare e il 40% quello di ricevere messaggi a sfondo sessuale (corpo e affettività). Il 39% quello di dare il proprio numero di cellulare a qualcuno conosciuto in rete. Meno diffusi i comportamenti ritenuti più gravi come quelli di inviare video/immagini che raffigurano i ragazzi in modo sconveniente ad un adulto (20%), e inviare video o immagini sconvenienti ad un adulto per ricevere regali (19%). Interessante notare come le ragazze ritengono in generale che questi comportamenti siano meno diffusi.
Per quanto riguarda le esperienze vissute personalmente, al 26% degli intervistati è capitato di leggere commenti violenti nel corso di una conversazione, al 15% di scoprire che qualcuno con cui si era entrato in contatto in rete non era la persona che diceva di essere. Al 12% di ricevere da parte di persone conosciute su internet foto e video particolarmente violenti, al 9% di subire atti di cyberbullismo.
Rispetto agli scorsi anni, i teenager italiani connessi si sentono più sicuri. È infatti diminuita la percezione dei pericoli sia online che offline. È interessante notare come questa sia differente sia nelle diverse fasce di età, sia tra maschi e femmine. Ad esempio, quelli più preoccupati di ricevere atti di bullismo sono i ragazzi tra i 12 e 13 anni (70% rispetto al 64% del totale intervistati). Allo stesso modo, sono in particolare le ragazze a sentirsi più a rischio di ricevere molestie e aggressioni da parte di adulti (42% rispetto al 36% del totale dei rispondenti). Ancora, i ragazzi e le ragazze più grandi (16-17enni) quelli che avvertono il pericolo delle droghe (57% rispetto al 46% del totale intervistati).
Gli adolescenti italiani sono precoci utilizzatori di smartphone: l'età media nella quale ricevono il primo smartphone è 12 anni e mezzo e imparano ad utilizzarlo soprattutto da soli (58%). Il 42% al contrario impara perché aiutato da qualcun altro, in particolare un adulto. Tra questi, come si può immaginare, ci sono soprattutto i 12-13enni.
L'uso consapevole di ciò che la rete offre non si distacca in modo significativo da quello che rileviamo presso gli adulti: coloro che leggono attentamente i Termini e Condizioni d'Uso sono una limitata percentuale. Da un sondaggio Ipsos su un campione di 1.000 adulti, il 67% dei rispondenti afferma di «non prendersi il disturbo di leggere attentamente Condizioni e Termini d'Uso, prima di accettare»
La capacità dei ragazzi di accedere alle protezioni che la rete mette a disposizione è ancora limitata: la possibilità di segnalare un abuso non è nota a 4 ragazzi su 10 e anche il meccanismo della segnalazione è completamente chiaro a un numero analogo di giovani utenti.

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Ospedale Pediatrico Bambino Gesù - U.O. Neuropsichiatria Infantile

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