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La piccola “scossa” che fa bene al cervello: articolo su La Repubblica
Sono sempre crescenti le ricerche che dimostrano l'efficacia della stimolazione cerebrale transcranica per la diagnosi e il trattamento di numerosi disturbi neuropsichiatrici. Da non confondere con il trattamento elettroconvulsivo (o elettroshock), la stimolazione cerebrale transcranica utilizza campi elettrici e magnetici di debole intensità per modulare direttamente l'attività cerebrale ma in modo non-invasivo e sicuro per l'uomo.
Il supplemento del Venerdì del 13 Maggio del giornale La Repubblica dedica un articolo ad illustrare le principali tecniche di stimolazione cerebrale non-invasiva e le applicazioni studiate in diversi laboratori italiani e stranieri.
Sia la stimolazione magnetica transcranica o TMS che la stimolazione transcranica a corrente continua o tDCS sono state applicate efficacemente in casi di depressione grave dai ricercatori del policlinico Gemelli di Roma; nei disturbi cognitivi in seguito ad ictus o nei casi di demenza dai ricercatori dell'Università di Siena; nel trattamento della dislessia evolutiva dai ricercatori della nostra unità operativa di Neuropsichiatria dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, sotto la guida della Dott.ssa Deny Menghini e del Prof. Stefano Vicari.
La stimolazione cerebrale non-invasiva può quindi rappresentare una nuova frontiera della neuroriabilitazione che i ricercatori stanno studiando sempre più approfonditamente per sviluppare protocolli di trattamento efficaci e scientificamente validi.
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