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Mamma, non te ne andare!
Il Disturbo d'Ansia da Separazione è caratterizzato da un'emozione eccessiva e inappropriata di ansia e paura in risposta alla separazione dalle figure di riferimento, o da disagio ricorrente nei momenti di allontanamento da casa. Questa intensa ansia è accompagnata anche dalla paura che possa accadere qualcosa di brutto alle persone care (come malattie, catastrofi, morte) o che si possa verificare, come minaccia incombente, un evento imprevisto che comporti la separazione (perdersi, essere rapito, avere un incidente). Le conseguenze più frequenti nella vita di tutti i giorni possono essere la paura di rimanere soli in casa o in altri ambienti, il rifiuto di dormire senza avere accanto una delle figure di riferimento, incubi frequenti, rifiuto di andare a scuola o alle feste, con ricadute non solo a livello familiare ma anche scolastico e sociale. Inoltre, i momenti di separazione, che siano temuti o reali, sono spesso accompagnati da lamentele somatiche, come mal di testa, mal di pancia, nausea o vomito. Ovviamente, nel normale sviluppo di ogni bambino possono presentarsi alcuni dei sintomi appena descritti, ma ciò che caratterizza il disturbo è la persistenza di questo disagio, che appare ingestibile, e la sua intensità di frequenza (almeno 4 settimane nei bambini e adolescenti).
In una recente review sulla gestione dei disturbi d'ansia in età evolutiva, un ricercatore australiano ha dimostrato una buona efficacia dei trattamenti psicologici a indirizzo cognitivo-comportamentale, con circa il 60% dei giovani pazienti in remissione immediatamente dopo il trattamento e un ulteriore 10% dopo 6-12 mesi. Le tecniche terapeutiche possono includere la psico-educazione, la ristrutturazione cognitiva, training di rilassamento, l'esposizione in vivo, training di problem solving o di social skills.
Anche una buona psicoeducazione ai genitori dei pazienti e interventi di parent training si sono dimostrati efficaci, con un coinvolgimento dei familiari in quantità minore con l'aumentare dell'età dei pazienti. Ad esempio, è stato dimostrato che uno stile genitoriale basato sull'iperprotezione, che enfatizza comportamenti di controllo (ad es. scarsa concessione di autonomia), è ampiamente riscontrato in bambini con disturbi d'ansia.
Infine, recentemente si stanno sviluppando nuovi trattamenti computerizzati, disponibili su internet, con risultati promettenti.
Per maggiori dettagli:
Thompson-Hollands J., Kerns C. E., Pincus D. B., and Comer J. S. Parental accommodation of child anxiety and related symptoms: Range, impact, and correlates. J Anxiety Disord. 2014 December; 28(8): 765-773.
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