Concordanza tra genitore e figlio nella percezione dei disturbi d’ansia in età evolutiva

ansia 17Il disturbo d'ansia generalizzata è caratterizzato dalla presenza di ansia e preoccupazione eccessive riguardanti eventi, attività, capacità personali. Le preoccupazioni sono pervasive, angoscianti ed interferiscono in modo significativo sul funzionamento psicosociale del bambino o adolescente apportando, talvolta, sintomi somatici quali cefalee e dolori addominali.

Il disturbo d'ansia è uno dei problemi che può condizionare maggiormente la qualità di vita dei più piccoli. Se trascurato, tende a persistere o addirittura a cronicizzarsi: diverse ricerche dimostrano, infatti, che i disturbi d'ansia presenti in età evolutiva hanno un'alta probabilità di essere diagnosticati anche in età adulta.


Si riscontra più frequentemente nelle femmine, con un rapporto di circa 2:1 rispetto ai maschi rappresentando la patologia psichiatrica più comune in età evolutiva. E' stato inoltre dimostrato che il disturbo d'ansia generalizzata in età evolutiva è uno dei predittori per il successivo sviluppo di ulteriori disturbi psichiatrici.

In genere, secondo il DSM 5 (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disordes) si effettua diagnosi di Disturbo d'ansia generalizzata se sono soddisfatti i seguenti criteri:
- ansia e preoccupazione eccesiva per la maggior parte del giorno per almeno 6 mesi (il criterio temporale può essere inferiore nei bambini);
- quando il bambino ha difficoltà a controllare la preoccupazione;
- se viene soddisfatto almeno uno dei seguenti criteri: irrequietezza/sentirsi tesi o con i nervi a fior di pelle, facile affaticamento, difficoltà a concentrarsi o vuoti di memoria, irritabilità, tensione muscolare, alterazioni del sonno.

Per quanto concerne il trattamento, diversi studi hanno dimostrato l'efficacia della terapia cognitivo-comportamentale per scardinare i sintomi di questo invalidante disturbo.

È ancora aperto tuttavia il dibattito sulla rilevanza dei fattori ambientali e genetici nel determinare lo sviluppo dei disturbi d'ansia. Alcuni studi dimostrano che la componente genetica, più di quella ambientale, sia in grado di spiegare la presenza di sintomi ansiosi, in modo differente in base alle diverse fasi di sviluppo.

Sebbene i criteri evidenziati nel DSM 5 appaiano quasi del tutto esaustivi per determinare la presenza del disturbo, meno pacifico è il dibattito che riguarda la relazione esistente tra la percezione genitoriale dell'ansia dei figli e l'effettivo stato d'ansia che gli stessi riportano.

A tal riguardo, un recente studio pubblicato su "Frontiers in Psychology" ha indagato i fattori che incrementano la concordanza tra genitore e figlio nella percezione dei disturbi d'ansia in età evolutiva.


Sono state reclutate 166 coppie genitore-bambino, con figli di età compresa tra i 7 ed i 18 anni, sia maschi che femmine, utilizzando la scala Kinder-DIPS (The structured diagnostic interview for mental disorders in children; Schneider et al., 2009) per la valutazione clinica degli stati psicopatologici. Gli intervistatori non erano a conoscenza del motivo per il quale il paziente era soggetto di studio: genitori e figli sono stati perciò intervistati separatamente, in ordine casuale, da un team di 48 psicologi riguardo alle più importanti aree psicopatologiche infantili ed alle variabili sociodemografiche. Ai genitori inoltre, prima di sottoporli all'intervista, è stato richiesto di riferire quante ore a settimana trascorrevano con i loro figli.


I risultati, ottenuti attraverso l'analisi dei dati delle interviste statisticamente correlati, dimostrano che nei casi in cui la depressione materna non è presente e nei nuclei familiari con un più alto supporto sociale fornito al figlio, la concordanza tra genitore e figlio nella percezione dei sintomi d'ansia generalizzata risulta più alta. Contrariamente a quanto ci si aspettava, il senso di competenza genitoriale, l'ansia genitoriale, il totale delle ore di interazione genitore-bambino, l'età ed il sesso dei bambini non ha alcun valore predittivo per la concordanza sopracitata.


Si può dunque concludere che la qualità del tempo trascorso con i propri figli e l'avere genitori (in particolar modo mamme) che non soffrano di depressione ed incoraggino questi ultimi fornendogli supporto psicosociale accomuna la percezione che genitori e figli hanno riguardo i disturbi d'ansia.

 

Scarica qui l'articolo



© RIPRODUZIONE RISERVATA
Ospedale Pediatrico Bambino Gesù - U.O. Neuropsichiatria Infantile

Privacy Policy    Cookie Policy