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Mente Corpo e Cervello nell’Elaborazione delle memorie traumatiche
Si è tenuto a Roma, lo scorso settembre, il convegno dal titolo "Attaccamento e Trauma: Evoluzione umana e guarigione" organizzato da ISC (Istituto di Scienze Cognitive International) al quale hanno partecipato tra i più grandi esperti del trauma in ambito internazionale.
Riportiamo di seguito i punti salienti che riassumono lo stato dell'arte riguardo i meccanismi del trauma, tenendo conto che la chiave della guarigione sta nella comprensione di come funziona l'organismo umano.
Un apporto esponenziale alle conoscenze sul cervello è dato dalle discipline delle:
Neuroscienze(che studiano come il cervello supporta i processi mentali)
Psicopatologia dello sviluppo(che studia l'impatto delle esperienze sfavorevoli sullo sviluppo della mente e del cervello)
Neurobiologia Interpersonale(che studia come ogni comportamento influenza le emozioni, la biologia e l'assetto mentale di coloro che ci stanno intorno).
La ricerca portata avanti da queste discipline ha evidenziato che il trauma produce cambiamenti neurobiologici quali: una ritaratura del sistema di allarme del cervello (costituito dal sistema limbico e dall'amigdala) che funziona come una sorta di "segnale di fumo" che continua a essere attivato e a segnalare al cervello "pericolo, pericolo, fuga fuga". Questa iperattivazione produce una disattivazione di altri due sistemi cerebrali che sono localizzati nelle regioni frontali del cervello e che funzionano da "torre di controllo" (cioè elaborazione cognitiva delle informazioni, sequenziamento temporale e memoria) con perdita della capacità di regolazione emozionale, autoconsapevolezza, empatia e sintonizzazione verso gli altri.
Si verifica una compromissione dell'area del cervello che trasmette la percezione fisica e corporea dell'essere vivi.
Questi cambiamenti spiegano perché gli individui traumatizzati sono ipervigili rispetto alla minaccia, a scapito di essere spontaneamente coinvolti nella propria vita quotidiana e perché tendono a rimettere in atto le stesse situazioni problematiche e ad avere tanta difficoltà ad apprendere dall'esperienza. Ora sappiamo che il loro comportamento non è una questione di carattere, o morale o di mancanza di volontà ma è causato da modifiche cerebrali.
Ma gli esperti sono andati oltre, essi si sono focalizzati anche sulla stretta interconnessione tra qualità delle cure e fattori biologici, e in particolare sul rapporto genitore - figlio vulnerabile. Sempre più forte è la convinzione che i caregiver non solo aiutano i bambini a mantenere lo stato di attivazione entro limiti tollerabili, ma permettono loro di sviluppare la capacità di regolare da soli il proprio stato di attivazione.
Questo aumento di conoscenza comporta un miglioramento delle possibilità di intervento. Il parlare, il capire e i rapporti interpersonali aiutano così come i farmaci e possono calmare i sistemi d'allarme iperattivi arrivando a contrastare l'impotenza e la rabbia.
E' possibile infatti sviluppare metodi ed esperienze che sfruttano la neuroplasticita' neuronale attraverso diverse strade:
- Il parlare, cioe' il riconnettersi agli altri, che permette all'individuo di capire cosa gli succede mentre elabora le memorie traumatiche (tecniche dialettiche, cognitivo comportamentali e incluse tecniche EMDR)
- Un lavoro sulla autoconsapevolezza e sul contatto con le proprie sensazioni (es. mindfulness)
- Intervento sul contesto familiare per favorire contesti relazionali positivi e rassicuranti
- Assunzione di farmaci che spengono le reazioni di allarme inappropriate o il ricorso a tecnologie che modulano i sistemi di allarme cerebrale (es. neurofeedback)
- La via "bottom up" che permette al corpo di fare esperienze che contrastano l'impotenza, la rabbia e il congelamento derivanti dal trauma (attività che favoriscono un lavoro con il respiro, il contatto e il movimento, es. yoga, teatro, arti marziali)
La maggior parte degli specialisti che si prende cura di bambini traumatizzati propende per un approccio integrato.
Riferimento: Bessel Van Der Kolk "Il corpo accusa il colpo". Raffaello Cortina Editore. 2015
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