Pattern alimentari disfunzionali nel Disturbo da Deficit d’Attenzione e Iperattività

ADHD E DCA

Il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD) è uno dei disturbi infantili più debilitanti, caratterizzato da impulsività inappropriata all'età, disattenzione e iperattività . Studi recenti suggeriscono che esiste una forte associazione tra ADHD e Disturbi Alimentari (DA), in particolare tra i sintomi di disattenzione e impulsività e il discontrollo alimentare, come la Bulimia Nervosa (BN). Tuttavia, i risultati sono ancora contrastanti e non è chiaro se, ad esempio, i sintomi principali dell'ADHD possono correlare con specifiche condotte alimentari (ad es., abbuffate/alimentazione selettiva e/o restrittiva).

Una recente ricerca di Kaisari e collaboratori (2018) ha tentato di rispondere a questi interrogativi, ipotizzando anche un ruolo mediativo della comorbidità ansioso-depressiva nella relazione tra ADHD e DA.  I ricercatori hanno analizzato due studi indipendenti. Nel primo, 237 soggetti tra i 18 e i 60 anni hanno completato un'intervista online che comprendeva oltre alle informazioni demografiche, singoli test per la valutazione dei sintomi ADHD, dei sintomi alimentari e della sintomatologia ansioso-depressiva.

Successivamente, si è condotto un secondo studio in laboratorio, coinvolgendo 142 persone e affiancando all'uso dei questionari self report, una misura basata sulla performance della sensibilità enterocettiva, ilcompito di percezione del battito cardiaco. Il compito di percezione del battito cardiaco è considerato un indicatore della sensibilità generalizzata per i processi viscerali ed è stato correlato alla capacità di rilevare i cambiamenti in altri organi autonomamente innervati, come l'attività dello stomaco. In questo senso, gli Autori hanno ipotizzato che i sintomi di disattenzione dell'ADHD si riferissero negativamente alla sensibilità enterocettiva e che, di conseguenza, una diminuita sensibilità enterocettiva sarebbe stata correlata positivamente al mangiare disordinato.

I risultati dei due studi hanno dimostrato che i sintomi di disattenzione e iperattività/impulsività dell'ADHD erano associati sia a condotte alimentari restrittive che di discontrollo (binge/purging). In entrambi gli studi l'umore negativo, un indice composito che riflette ansia, depressione e stress, si è rivelato un mediatore significativo dell'associazione tra i sintomi principali dell'ADHD e l'alimentazione irregolare. Inoltre, livelli di disattenzione più alti erano associati a più bassi livelli di consapevolezza e affidabilità sui segnali interni di fame/sazietà, che a loro volta erano associati a un'alimentazione disordinata, in particolare al discontrollo alimentare.

Questi risultati suggeriscono che i sintomi di ansia, depressione e stress frequentemente riportati in soggetti con ADHD possono fornire un meccanismo di base per comportamenti alimentari disordinati. L'ipotesi avanzata dagli Autori è che i problemi nell'alimentazione potrebbero riflettere una modalità di controllo degli affetti negativi conseguenti all'ADHD, specialmente in assenza di altri meccanismi di coping. Ulteriori studi dovrebbero approfondire il ruolo di tali meccanismi in età evolutiva, laddove una più precoce individuazione dei nuclei problematici alla base dei due disturbi potrebbe portare ad un processo di cura più veloce e mirato.

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Ospedale Pediatrico Bambino Gesù - U.O. Neuropsichiatria Infantile

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