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Disturbo della pragmatica e linguaggio
Cos'è la pragmatica?
La pragmatica studia come e per quali scopi la lingua viene
utilizzata e in che misura soddisfa esigenze e finalità
comunicative. Comunicare significa andare oltre il significato
letterale delle parole. La pragmatica viene descritta come
l'abilità nell'usare il linguaggio e la comunicazione (verbale e
non) tenendo conto del contesto e delle intenzioni e bisogni
dell'interlocutore.
I criteri del DSM5 per ildisturbo di linguaggio richiedono che i
bambini presentino un deficit in almeno una delle tre aree tra:
lessico, sintassi ediscorso (inteso come competenza narrativa e
conversazionale). L'area deldiscorso si sovrappone ad uno dei
criteri diagnostici di un altro disturbo: ildisturbo della
comunicazione sociale (pragmatica).
I bambini con una diagnosi di disturbo di linguaggio possono avere
difficoltà nello stabilire relazioni sociali,
nello stringere amicizie e rapporti con i pari, nel gestire
conflitti e frustrazioni ed inoltre avere minori competenze
nella cognizione sociale. Si ritiene che tali difficoltà
possano essere secondarie al disturbo di linguaggio viste le
associazioni significative delle performance nei test linguistici
con le misure di funzionamento sociale.
Tali misure però non sono sempre correlate e alcuni studi
evidenziano come alcuni deficit sociali potrebbero essere
concomitanti (o secondari) ad un disturbo di linguaggio, ma anche
parzialmente indipendenti.
Le difficoltà negli aspetti pragmatici sono maggiormente
compromesse nei bambini con disturbo di linguaggio rispetto a
bambini con sviluppo tipico, infatti emergono maggiori
deficit nella narrazione, nelle
inferenze, nella comprensione del linguaggio
figurato e nell'uso del contesto per risolvere le
ambiguità linguistiche.
Differenziare i bambini con disturbo di linguaggio da bambini con
un disturbo della comunicazione sociale utilizzando prove
pragmatiche ha avuto scarso successo date le scarse performance dei
bambini con solo disturbo di linguaggio in tali prove.
Sembra che la valutazione dell'appropriatezza
conversazionale in contesti naturali sia la prova più
evidente di una distinzione tra disturbo di linguaggio e disturbo
della comunicazione sociale. L'appropriatezza conversazionale
consiste quindi: nell' alternanza dei turni di una conversazione,
nel fornire risposte pragmaticamente appropriate e nell' uso
contestualmente corretto della comunicazione non verbale. I bambini
con disturbo della comunicazione sociale sembrano avere difficoltà
maggiormente significative nell'appropriatezza conversazionale
rispetto ai bambini con solo disturbo di linguaggio.
Mancano però prove standardizzate a supporto del processo
diagnostico e valutativo e dunque di monitoraggio dopo un periodo
di specifico trattamento.
Quale trattamento per i disturbi della
comunicazione?
Sono scarse le ricerche sull'intervento terapeutico efficace per
bambini con disturbo della comunicazione sociale. Uno studio di
Adams e collaboratori del 2012 prova a delineare come obiettivo del
trattamento logopedico per tale disturbo, lo sviluppo di competenze
in 3 aree: comprensione e interazione sociale, competenze
pragmatiche verbali e non e le competenze linguistiche come
narrazione e inferenza. Lo studio riporta effetti significativi
(dopo 20 sedute) nelle aree della competenza conversazionale e
nelle valutazioni di genitori e insegnanti relative alle abilità
pragmatiche; mancano però risultati significativi nelle prove
standardizzate pre e post trattamento.
Sarà una priorità per la ricerca futura sviluppare misure
appropriate per la valutazione degli aspetti conversazionali per
favorire la diagnosi differenziale; sono inoltre necessari
strumenti che permettano una valutazione standardizzata delle
funzioni socio-comunicative e pragmatiche.
Per approfondire:
Valeri G, Disturbo della comunicazione sociale (pragmatica):
prospettive di ricerca e pratica clinica, Giornale di
Neuropsichiatria dell'età evolutiva 2017; 37:47-59.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22512510
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