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Dislessia: che stress!
In uno studio del 2008, l'autore Alexander-Passe si è occupato del livello di stress di bambini con diagnosi di dislessia descrivendoli come bambini più restii ad accettare i cambiamenti e i fattori di stress tipici della crescita. In modo particolare i bambini dislessici manifestano un livello di stress più elevato nel contesto scolastico. Paragonando tre gruppi (8-10 anni; 11-13 anni e 14 -16 anni) gli autori hanno riscontrato che i ragazzi dislessici si sentono più "stressati" dal giudizio dei compagni di classe e presentano un'autostima più fragile relativa alle loro competenze scolastiche. Infatti, spesso manifestano un'eccessiva risposta emotiva come paura, timidezza, sensazione di solitudine e reazioni fisiologiche e somatizzazioni come nausea, tremori, tachicardia.
Tuttavia, non abbiamo ancora sufficienti informazioni se la consueta risposta ormonale che si attiva nelle condizioni di stress si attiva anche nei bambini /ragazzi con dislessia.
E' ormai noto, infatti, che in situazioni di stress, in tutti gli individui, si attiva l'asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA). Nello specifico il cortisolo è il primo ormone rilasciato in caso di stress, fisico o emotivo, insieme a catecolamine (noradrenalina e adrenalina). Per questo motivo il cortisolo viene utilizzato come misuratore biologico dello stress; in situazioni nuove, imprevedibili o pericolose assistiamo all'aumento del cortisolo. La reazione biologica allo stress prepara l'organismo a reagire al cambiamento e alla minaccia. Secondo alcuni autori (Boyce e Ellis, 2005) la reazione allo stress non è un processo unitario ma prevede il coinvolgimento di più circuiti che servono a modificare o modulare l'attivazione fisiologica. Questa attivazione non è solo una risposta negativa ma funge anche da protezione in contesti pericolosi per la persona. Inoltre, sembra esistere una relazione tra la precoce esposizione a situazioni pericolose e lo sviluppo di un profilo di reazione allo stress. Secondo Thompson (2014) il sistema HPA può influire sui circuiti neurologici alla base della regolazione del corpo come risposta allo stress cronico. Questa alterazione si verifica, in parte, a causa della ripetuta esposizione allo stimolo stressante, che impatta sui processi limbici e corticali (motivazione, memoria, pensiero e regolazione emotiva) che regolano l'attività dell'HPA. Quindi, l'esposizione precoce ad ambienti difficili, pericolosi o imprevedibili influisce negativamente sullo sviluppo del sistema nervoso centrale. Bambini esposti a situazioni molto stressanti hanno un modello dell'asse HPA differente rispetto a quello di bambini che non hanno vissuto relazioni o esperienze particolarmente traumatiche. Questa differenza è stata misurata con il livello di cortisolo che risultava più elevato nel primo gruppo di bambini.
Recentemente un gruppo di ricercatori spagnoli (Espin et al., 2019) ha condotto uno studio in cui ha valutato l'asse HPA di 81 ragazzi (di cui 38 dislessici) dagli 11 ai 14 anni assegnati in maniera casuale a una condizione stressante (mediante il Trier Social Stress Test, TSST) o a una situazione di controllo non stressante. Prima e dopo sono state misurate il cortisolo, l'ansia e l'umore. I risultati sui bambini dislessici non sono stati quelli attesi, nel senso che nel gruppo di bambini dislessici era presente una percentuale più alta di partecipanti meno reattivi allo stress. La reattività del cortisolo allo stress era correlata a livelli più elevati di ansia e a un minore effetto positivo nei bambini non dislessici. Questi risultati, pertanto, suggeriscono che i bambini dislessici presentano un livello di cortisolo più basso in risposta al TSST.
I dati a disposizione non sono ancora sufficienti pertanto è necessario approfondire la regolazione dell'asse HPA e la gestione dello stress da parte dei ragazzi dislessici.
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