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ADHD: un’esacerbazione della gravità dei sintomi in concomitanza con la pandemia di COVID-19
Il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività/Impulsività (ADHD) è un disturbo del neurosviluppo caratterizzato da sintomi di inattenzione e/o ipertattività-impulsività che compromettono il funzionamento di diversi contesti di vita del bambino (American Psychiatric Association, 2013).
I dati raccolti fino ad ora mostrano un'esacerbazione della gravità dei sintomi dell'ADHD in concomitanza con la pandemia di COVID-19.
Gli adolescenti con ADHD sembrano infatti aver avuto maggiori problemi con l'apprendimento a distanza rispetto ai coetanei a causa delle loro difficoltà di concentrazione, difficoltà a mantenere una routine accademica strutturata e scarso accesso alle strutture scolastiche (Becker et al., 2020). I sintomi dell'ADHD possono anche essere esacerbati dall'esposizione allo stress (Cook et al., 2005; Hartman et al., 2019). Questa esacerbazione può derivare dalla gestione di problemi di sicurezza, difficoltà economiche e aumento del caos familiare, proprio come avvenuto durante la pandemia di COVID-19 (Horesh e Brown, 2020). Le ricerche suggeriscono che i problemi di umore e di comportamento riscontrati in pazienti con ADHD, possono essere conseguenze di alti livelli di stress (Hartman et al., 2019; van der Meer et al., 2017). Pertanto, una maggiore esposizione allo stress durante la pandemia potrebbe aver contribuito ad un peggioramento della compromissione funzionale dei pazienti con ADHD.
La rivista Journal of Psychiatric Research ha pubblicato recentemente uno studio di Sibley e colleghi (2021) in cui sono stati esaminati i principali problemi riscontrati da adolescenti e giovani adulti con ADHD durante la pandemia di COVID-19 al fine di identificare le possibili ragioni dell'escalation dei sintomi e i potenziali obiettivi di intervento. A questo scopo sono state somministrate valutazioni dirette e indirette (ai genitori) sui problemi principali riscontrati nei primi mesi della pandemia da COVID-19 (aprile-giugno 2020) e pre-pandemia.
Dai risultati è emerso che i problemi più comuni riportati nel campione adolescenti e giovani adulti con ADHD sono stati l'isolamento sociale (parent-report 26,7%; self-report: 41,5%), difficoltà a impegnarsi nell'apprendimento online (parent-report: 23,3%, self-report: 20,3%), scarsa motivazione (parent-report: 27,9%) e noia (self-report: 21,3%). Secondo i genitori e i ragazzi, questi problemi sono stati più gravi durante la pandemia rispetto ai mesi precedenti. Contrariamente alle speculazioni precedenti, non c'erano prove che i cambiamenti legati alla pandemia incrementassero la gravità dei sintomi dell'ADHD.
L'identificazione dei fattori di rischio, come quelli emersi durante il lockdown nel 2020 e studiati nelle ultime ricerche, potrebbe migliorare gli interventi di prevenzione e screening in adolescenti e giovani adulti con disturbi del neurosviluppo e del comportamento, aumentando l'interazione sociale, la motivazione accademica e l'attivazione comportamentale tra gli adolescenti e giovani adulti con ADHD.
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