Disturbo Specifico dell’Apprendimento e Didattica a Distanza

DSALa chiusura delle scuole in risposta alla pandemia del COVID-19 ha fatto sì che la scuola attivasse una nuova modalità di didattica e di apprendimento: la Didattica a Distanza (DaD). Com'è noto, si tratta di una forma di didattica che non avviene in aula e non prevede la presenza fisica ma consente ad alunni e insegnanti di collegarsi da remoto su apposite piattaforme che consentono di accedere ai contenuti didattici.

Questa nuova modalità di didattica ha aperto numerosi dibattiti sui vantaggi e sugli svantaggi relativi agli apprendimenti, al ruolo educativo e relazionale che la scuola ricopre. Numerosi esperti di didattica, pedagogia e psicologia si sono esposti su questo.

Come hanno vissuto la DaD i ragazzi con Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA)? Non abbiamo ancora a disposizione dati scientifici tuttavia l'Associazione Italiana Dislessia (AID) ha svolto un'indagine volta a valutare l'impatto della DaD su 35 studenti con DSA di età compresa tra i 14 e i 18 anni delle province di Biella e Vercelli.

Ai ragazzi è stato chiesto di compilare un questionario composto da 11 domande. Le prime riguardavano alcuni aspetti pratici, ad esempio se in DaD sono riusciti a rispettare le misure compensative e dispensative previste e se ritenevano vantaggioso l'uso della tecnologia.

La seconda parte di domande indagava l'esperienza emotiva nel corso della DaD nello specifico sono  state approfondite tematiche relative alle preoccupazioni e alle emozioni collegate all'esperienza in DaD (ad esempio "Temi che la DAD possa influenzare negativamente l'esito del tuo percorso di apprendimento relativamente all'anno scolastico in corso?").

Dai risultati (riportati sul sito dell'AID https://www.aiditalia.org/it/news-ed-eventi/news/didattica-a-distanza-unindagine-per-rilevare-limpatto-emotivo-sugli-studenti-con-dsa) si evince che tutti i partecipanti si sono sentiti più a loro agio nell'utilizzare gli strumenti compensativi (ad esempio le mappe concettuali) tuttavia la metà dei ragazzi riferisce di non aver usufruito dei tempi maggiori durante le verifiche, spesso perché non gli è stato permesso.

Tutti i partecipanti hanno dichiarato di non riuscire a stare attenti e concentrati per tutta la durata della giornata di lezione.

Il 70% dei partecipanti riferisce di essere diventato più veloce nell'utilizzo della tecnologia.

Dal punto di vista emotivo, il 90 % dei ragazzi con DSA che hanno partecipato hanno riferito preoccupazione relativa all'esperienza scolastica di quest' anno e sull'esito dell'anno scolastico.

Inoltre, 34 ragazzi su 35 hanno dichiarato di aver sperimentato isolamento e solitudine. Tuttavia nel 40% dei casi si sono sentiti supportati dai compagni di classe stessi.

L'esperienza in DaD dei ragazzi con DSA mette in evidenza pro e contro. Non è possibile generalizzare i risultati in quanto i dati riportati riguardano una piccola indagine su un campione ristretto. Tuttavia questo contributo fornisce spunti interessanti sia per l'attività di ricerca che per l'ambito clinico e scolastico.

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