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Emergenza psichiatrica e COVID-19: l’autolesionismo in bambini e adolescenti
Il suicidio è la seconda causa di morte tra bambini e adolescenti nella maggior parte dei paesi, superata solo dagli incidenti stradali. L'autolesionismo è il più forte predittore di suicidio, in particolare se questo richiede un intervento medico.
E' possibile che la pandemia di Covid-19 e le relative misure di quarantena abbiano avuto un'influenza sostanziale sulla salute mentale di bambini e adolescenti. Pertanto, anche se ancora poco studiato, è fondamentale comprendere l'impatto che questi fattori hanno avuto per preparare i servizi a eventuali future riduzioni delle attività sociali, educative e ricreative.
In un recente studio di Ougrin e colleghi (2021) sono stati indagati gli effetti delle restrizioni associate all'epidemia da Covid-19 in un campione di bambini e adolescenti fino ai 18 anni di età, che si sono presentati in pronto soccorso per episodi di autolesionismo o altre emergenze di salute mentale.
Sono stati utilizzati i dati delle cartelle cliniche dei pazienti di 23 reparti di emergenza ospedaliera di 10 paesi del mondo. In particolare, sono state considerate le caratteristiche demografiche, sociodemografiche e cliniche dei pazienti che hanno effettuato accesso ai servizi tra Marzo-Aprile 2020 e Marzo-Aprile 2019.
Ciò che emerge dallo studio è una diminuzione del numero di bambini e adolescenti che si sono presentati nei reparti di emergenza ospedaliera durante il lockdown (1239 nel 2019 a 834 nel 2020) e un incremento di bambini e adolescenti che invece si sono presentati a causa di episodi di autolesionismo (50% nel 2019 e 57% nel 2020).
In tutte le aree prese in analisi, le ragazze (età media di 15 anni) si sono presentate con una frequenza maggiore al pronto soccorso rispetto ai ragazzi (67,5% femmine e 30,7% maschi). Queste erano tendenzialmente appartenenti al gruppo etnico di riferimento del paese considerato ed impegnate in attività scolastiche ed extrascolastiche nel periodo precedente la pandemia.
Inoltre, viene riportato un aumento dei disturbi emotivi in bambini e adolescenti che hanno presentato autolesionismo (58% nel 2019 a 66% nel 2020).
Nello specifico i bambini e adolescenti che si sono presentati in pronto soccorso avevano già dei precedenti episodi di autolesionismo. Questo dato suggerisce quanto la popolazione giovane con problemi di salute mentale già esistenti abbia sofferto maggiormente durante il lockdown, probabilmente a causa della sospensione improvvisa delle loro attività.
La minore incidenza di presentazioni ospedaliere in questa fascia di età è potenzialmente dovuta alle misure di quarantena attuate dai paesi durante la pandemia. Un elemento importante è stata la riduzione delle attività scolastiche che ha ridotto lo stress da performance sugli studenti. È anche probabile che molti giovani abbiano sperimentato un maggiore senso di inclusione familiare avendo avuto più tempo a disposizione per interagire con i loro genitori.
All'interno di questo ambiente alterato del lockdown è possibile che abbiano trovato delle strategie di coping alternative per risolvere i loro problemi che altrimenti li avrebbero condotti in ospedale.
Inoltre, molti giovani potrebbero aver avuto meno opportunità di essere coinvolti in comportamenti a rischio, di essere esposti ad episodi di bullismo o all'uso di droghe ed alcool, fattori associati ad un aumento del rischio di autolesionismo e disturbi psichiatrici. È anche possibile ipotizzare che alcuni giovani abbiano deciso di non rivolgersi ai servizi ospedalieri per paura di essere infettati dal virus o diffondere l'infezione. Tale motivazione potrebbe avere delle gravi ripercussioni negative sulla salute e il benessere dei giovani e potrebbe avere un forte impatto sull'utilizzo dei servizi sanitari.
Gli autori infine suggeriscono il bisogno di incrementare i servizi, nello specifico sarebbe necessario pianificare una rete sanitaria virtuale per essere preparati in caso di ulteriori ondate di Covid-19, ma anche per qualsiasi altra pandemia o blocco sanitario dovuto ad altre emergenze di salute pubblica. Pertanto, i professionisti della salute dovrebbero prepararsi ad avere contatti più virtuali e telefonici con i pazienti per facilitare il loro accesso alle cure e al supporto.
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