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- La regressione comportamentale in adolescenti e giovani adulti con Sindrome di Down
La regressione comportamentale nella Sindrome di Down
Negli ultimi anni la letteratura scientifica ha dedicato grande attenzione al fenomeno della regressione comportamentale che interessa giovani con sindrome di Down (SD). Si tratta di una condizione caratterizzata da deterioramento cognitivo e perdita di capacità/abilità precedentemente acquisite, non spiegata dalla compresenza di altri disturbi del neurosviluppo (es. disturbo dello spettro dell'autismo) o neurologici (es. demenza di Alzheimer) e che determina un notevole impatto sulla vita quotidiana delle persone che ne vengono colpite. La prevalenza e l'eziopatogenesi della regressione comportamentale in SD restano ancora da chiarire; allo stesso modo, permangono approcci differenti alla diagnosi e al trattamento di tale condizione.
Con il duplice scopo di fare il punto sulle conoscenze attualmente disponibili e di sensibilizzare al tema della regressione comportamentale in adolescenti e giovani adulti con SD, un gruppo di ricercatori dell'Università di Cambridge ha passato in rassegna la letteratura scientifica sull'argomento.
Dal lavoro di Walpert e collaboratori emerge che la regressione comportamentale sembrerebbe distribuirsi equamente tra i due sessi; emerge inoltre come i disturbi del sonno siano la caratteristica clinica più rilevante, insieme al declino delle abilità linguistiche e a difficoltà comportamentali legate principalmente al ritiro sociale. Gli autori hanno messo in evidenza come le problematiche relative al sonno e alle abilità linguistiche sembrino fortemente associate a molti degli altri sintomi frequentemente riscontrati nelle persone con regressione, quali il rallentamento motorio, la perdita di peso e la sintomatologia depressiva. Sono state riportate inoltre associazioni meno frequenti con altre categorie di sintomi, come la catatonia insieme alla perdita di competenze acquisite, perdita di peso con rallentamento motorio e aggressività con allucinazioni. La revisione condotta dai ricercatori di Cambridge ha sottolineato che gli episodi di regressione sono frequentemente riportati in associazione a eventi di vita stressanti, come importanti cambiamenti nelle condizioni di vita (per esempio, trasferimento in una nuova città), lutti o malattie. Per ciò che concerne la prognosi, in molti dei casi descritti in letteratura si registra un certo grado di recupero, tuttavia, sembra che il recupero totale e il ritorno ai livelli di funzionamento pregressi all'insorgenza della regressione sia poco frequente.
Non è ancora possibile, invece, identificare con precisione il decorso temporale della regressione, data l'assenza di studi longitudinali sul tema.
In conclusione, gli autori dello studio evidenziano la necessità di ulteriore ricerca sul tema che possa chiarire l'eziologia di questa condizione e definire delle strategie di intervento efficaci e condivise.
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