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Adolescenti che non escono di casa
"Adolescenti che non escono di casa. Non solo Hikikomori" è il titolo del libro di Stefano Vicari e Maria Pontillo, che affronta una tematica oggi sempre più attuale, che coinvolge una fascia sempre più ampia e numerosa di adolescenti: il ritiro sociale.
Il ritiro sociale viene definito come la tendenza a sottrarsi dalle opportunità di relazione con l'altro; tale rifiuto all'interazione sociale avviene in maniera volontaria da parte del bambino o dell'adolescente e la forma in cui si manifesta varia in base al livello di sviluppo e all'eventuale presenza di un disturbo psicopatologico sottostante. Quando il rifiuto ad uscire a relazionarsi con gli altri non è transitorio ma è persistente, è possibile riscontrare un disturbo psicopatologico sottostante, tra cui ansia, depressione, psicosi ecc. Tra le possibili cause del ritiro sociale, si possono individuare molteplici fattori di rischio che riguardano gli aspetti genetici e neurobiologici, i fattori temperamentali e il contesto ambientale e sociale all'interno del quale gli individui crescono.
L'Osservatorio Nazionale Adolescenza nell'ultimo report di Ottobre 2021 segnala come il 25% dei ragazzi tra i 12 e i 18 anni abbia sperimentato sintomi ascrivibili a quadri depressivi con vissuti di tristezza, apatia, demotivazione e come il 20% abbia sperimentato preoccupazioni, ansia e tendenza alla chiusura relazionale. In Italia, il numero di ragazzi "ritirati" si aggira intorno ai 120.000, con un'età media di insorgenza intorno ai 15 e una durata dell'isolamento stimata intorno ai 3 anni.
Nel titolo del libro si fa riferimento anche agli "Hikikomori", termine che in giapponese significa "mettersi da parte". Inevitabile, infatti, durante la disquisizione sul ritiro sociale, fare riferimento ad un fenomeno giapponese, che negli ultimi anni si è sempre più diffuso in diverse nazioni. Il ragazzo Hikikomori, infatti, elimina la cosiddetta "socialità diretta", in favore di una socialità virtuale. Tale scelta è legata soprattutto ad una difficoltà nell'attuare strategie di coping adeguate a gestire lo stress che deriva dal confronto con gli altri soprattutto verso quelle che sono considerate le maggiori fonti di aspettativa sociale: scuola, coetanei, genitori e società in generale.
Inevitabilmente, tale rifiuto volontario influisce sul benessere dei ragazzi, determinando effetti negativi sulla possibilità di ottenere un'istruzione scolastica adeguata, un adeguato sviluppo di competenze emotive e di capacità relazionali nonché effetti negativi diretti sulla costruzione dell'autostima.
I campanelli di allarme sono molteplici sin dall'infanzia, con bambini che manifestano rifiuto alla partecipazione alle attività sia scolastiche, che extrascolastiche, fino all'adolescenza con ragazzi che manifestano rifiuto a partecipare alle feste, ad uscire a cena con gli amici, blocchi durante le interrogazioni fino all'abbandono scolastico. Risulta, quindi, fondamentale ed inevitabile un adeguato e tempestivo intervento.
Stefano Vicari e Maria Pontillo, nel loro libro, affrontano anche questo tema legato agli interventi e ai trattamenti da mettere in atto, per fronteggiare al meglio le difficoltà degli adolescenti e per ridurre il rischio di insorgenza di difficoltà psicologiche più gravi come disturbi dell'umore o stati mentali a rischio di psicosi. Si parlerà, dunque, di setting multipli di intervento che coinvolgono diversi operatori, della psicoterapia cognitivo-comportamentale in qualità di trattamento con maggiori prove di efficacia sui disturbi psicopatologici associati al ritiro sociale e dell'importanza di estendere il percorso psicoterapeutico non solo all'adolescente, ma anche ai genitori tramite il parent training, al fine di fornire loro strumenti su come fronteggiare le emozioni negative e le preoccupazioni dei figli nella relazione con gli altri al fine di promuovere stili educativi finalizzati a ridurre il ritiro sociale e non a rinforzarlo.
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