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Uno studio sulle abilità di lettura in adolescenti con disabilità intellettiva
Le abilità di lettura negli individui con disabilità intellettiva (DI), sono generalmente meno sviluppate rispetto a quelle di individui a sviluppo tipico di pari età cronologica. Negli anni diverse ricerche hanno cercato di comprendere i maccanismi alla base di tali difficoltà ma ad oggi il dibattito in ambito scientifico può considerarsi ancora aperto. Questo recente lavoro di Nilsson e colleghi (2021) ha come obiettivo quello di indagare quali siano i predittori delle abilità di lettura nelle persone con DI. Se è vero che performance migliori nelle competenze metafonologiche, nella denominazione rapida automatizzata (RAN) e nella conoscenza della tabella di corrispondenza suono-segno (fonema-grafema) predicano migliori abilità di lettura nei bambini a sviluppo tipico e dislessia evolutiva, è pur vero che ad oggi non è del tutto chiaro il ruolo di tali competenze nel predire le abilità di lettura negli individui con DI.
Nel presente studio, vengono pertanto analizzate le prestazioni di 136 individui di età compresa tra i 12 e i 19 anni con DI (non correlata a condizioni genetiche note). La batteria di test comprende una valutazione del quoziente intellettivo (QI) breve, prove di lettura di parole e non-parole, prove metafonologiche, di RAN ed altri parametri neuropsicologici e linguistici come memoria a breve termine, working memory, comprensione lessicale e grammaticale e valutazione del livello di alfabetizzazione a casa tramite un questionario parent e self-report.
Dai risultati emerge che tutte le variabili studiate fatta eccezione della comprensione lessicale e del livello di alfabetizzazione a casa, correlano con le abilità di lettura. Inoltre il modello di regressione utilizzato nelle analisi, ha selezionato tra tutte le variabili considerate le due che maggiormente predicono le abilità di decodifica nel campione analizzato: competenza metafonologia e RAN.
I risultati mostrano pertanto conclusioni simili a quanto la letteratura riporta sui bambini a sviluppo tipico, dove competenze metafonologiche e RAN sono comunemente studiate nel predire migliori/peggiori capacità di decodifica.
Uno dei punti di forza di questo articolo è certamente la numerosità del campione ed il fatto che la lingua analizzata, lo svedese, sia una lingua ad ortografia trasparente proprio come l'italiano (in cui la conversione suono-segno grafico è generalmente 1:1). Uno dei punti di debolezza riguarda la valutazione del QI del campione studiato, effettuata tramite la somministrazione di alcuni test di una scala più completa, la scala WISC IV (Wechsler Intelligence Scale for Children IV edizione); pertanto il dato relativo al QI potrebbe aver sovrastimato le abilità degli individui esaminati.
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