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MY way of LIVING. Comprendere il significato dell’autolesionismo
L'autolesionismo è un problema rilevante per la salute mentale a livello internazionale, presentandosi tra gli adolescenti con una prevalenza attorno al 17%. Alcune forme di autolesionismo corrispondono a tentativi di suicidio, mentre in altri casi si tratta di autolesionismo non suicidario (NSSI), che consiste nel creare danni al proprio corpo senza l'intenzione di porre fine alla propria vita. Tra le ragioni sottostanti all'autolesionismo emergono il tentativo di ridurre le emozioni spiacevoli e quello di comunicare il proprio disagio interiore. Sembra ci sia una differenziazione di genere nelle motivazioni che spingono all'autolesionismo. In particolare, le ragazze tendono a ricorrere all'autolesionismo per motivazioni maggiormente intrapsichiche, come comunicare la propria angoscia, sedare pensieri angoscianti, alleviare la tensione, autopunirsi, mentre i ragazzi riportano ragioni maggiormente legate alla gestione della rabbia nei confronti propri o di altri.
Approfondendo le motivazioni femminili, il principale scopo legato all'autolesionismo è la regolazione di stati emotivi negativi. L'atto di autolesionismo viene raccontato come preceduto da stati di tensione e seguito dall'improvviso rilascio di tali sentimenti e da una sensazione di sollievo, in alcuni casi con lo spostamento dell'attenzione dal dolore mentale a quello fisico. In altri casi, il tentativo di regolazione avviene tramite la ricerca di aiuto, in assenza di altri mezzi per comunicare e rendere visibile agli altri il proprio dolore interno. Un'ulteriore esperienza è legata al tentativo di provare qualcosa per ricordare e provare a sé stesse di essere vive, in una condizione di completa apatia. Un secondo aspetto è la descrizione dell'autolesionismo come un bisogno incontrollabile e soddisfatto solo dall'atto stesso. È possibile pensare che all'inizio si tratti di un comportamento impulsivo; col tempo, però, l'impulso prende il sopravvento e assume le caratteristiche di un comportamento compulsivo. Inoltre, man mano che l'autolesionismo si radica, aumenta la tolleranza ed è possibile ricercare metodi più dannosi.
Un terzo aspetto rilevante riguarda il fatto che l'NSSI viene utilizzato in alcuni casi come metodo di sopravvivenza: alcune ragazze raccontano di farsi del male per ridurre i pensieri suicidi e, quindi, per vivere. Grazie alla riduzione degli stati emotivi negativi, hanno imparato che l'NSSI riduce la loro tendenza al suicidio.
Per quanto riguarda gli eventi che innescano l'autolesionismo, l'NSSI viene associato a eventi interpersonali negativi, quali difficoltà relazionali con i genitori e/o con i pari, episodi di bullismo, pressioni prestazionali, così come critiche legate al comportamento autolesivo possono contribuire ad aumentare lo stesso.
Un approccio terapeutico consiste nel suggerire di svolgere attività che causano dolore ma con danno minore, come indossare un elastico o tenere un cubetto di ghiaccio sul polso nel momento in cui si presenta l'impulso a farsi del male. Tuttavia, questi metodi non sono stati sperimentati come efficaci.Al contrario, la presenza di una o più persone supportive, dalle quali potersi sentire comprese e accettate, si è rivelato maggiormente efficace nel prevenire atti di autolesionismo rispetto ai metodi tradizionali suggeriti. Sebbene possa permanere la tensione interna o lo stato emotivo negativo, sperimentare queste relazioni contribuisce a ridurre l'impulso ad agire.
Si rende evidente la natura complessa e multiforme dell'autolesionismo, che richiede un'attenta esplorazione del significato attribuito allo stesso dalla singola persona. Emerge il carattere relazionale del fenomeno: le relazioni da un lato sono raccontate come trigger, dall'altro sono riportate come supporto nel ridurre l'impulso a farsi del male. Questo ha un impatto importante sul trattamento, ponendo l'accento sulla necessità di impostare un intervento con un focus relazionale. Infine, ricorrere all'autolesionismo talvolta corrisponde a un disperato tentativo di ridurre il rischio suicidario. Questo aspetto in particolare evidenzia l'importanza di comprendere il significato personale legato al farsi del male e al disagio sottostante, suggerendo che, piuttosto che agire intrusivamente con immediati tentativi di sradicare l'autolesionismo, bisognerebbe approfondirne la comprensione e pensare a strategie alternative in linea con i bisogni che l'adolescente sta tentando di esprimere.
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