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Profilo sensoriale nei bambini con Sindrome di Down
Elaborare e integrare efficacemente l'input sensoriale sono capacità fondamentali per le interazioni quotidiane e l'apprendimento. Un'elaborazione sensoriale atipica è stata osservata in diversi disturbi del neurosviluppo (Baranek et al., 2019, Baranek et al., 2006, Ben-Sasson et al., 2019, Little et al., 2018) ed è stata descritta come un indicatore del disturbo dello spettro autistico (ASD) (Schaaf, 2020). I tre modelli di elaborazione sensoriale più comunemente identificati sono l'ipo-responsività (Assenza o riduzione delle risposte agli stimoli sensoriali), l'iper-responsività (Risposta esagerata o avversiva agli stimoli sensoriali) e la ricerca sensoriale (SIRS; pattern comportamentali di desiderio o ricerca di determinati stimoli sensoriali). Le difficoltà in una qualsiasi di queste tre aree influiscono sullo sviluppo e sull'apprendimento in molteplici ambiti, tra cui le abilità sociali, le abilità motorie, la comunicazione, il comportamento adattivo e l'autoregolazione (Kojovic et al., 2019, Lane et al., 2010, Mammen et al., 2015, Williams et al., 2018).
Sebbene attualmente vi siano poche ricerche sugli aspetti sensoriali nei bambini con la sindrome di Down (SD) in confronto ad altre forme di disabilità intellettiva (DI) o al disturbo dello spettro dell'autismo (ASD), i pochi studi disponibili mettono in luce profili di elaborazione sensoriale atipica negli individui con SD e la loro relazione con comportamenti maladattivi e la partecipazione scolastica (Bruni et al., 2010, van Jaarsveld et al., 2016, Will et al., 2019, Wuang and Su, 2011). Tuttavia, si rendono necessarie ulteriori ricerche per caratterizzare meglio il profilo sensoriale nei bambini con SD.
Lo studio di Elizabeth Isralowitz e collaboratori (2023) si è posto come obiettivo quello di confrontare i modelli di elaborazione sensoriale in bambini con SD rispetto a bambini con ASD, altre forme di DI e bambini con sviluppo tipico (TD), esaminando la relazione tra diverse misure di elaborazione sensoriale.
La ricerca ha coinvolto 203 bambini (DS, n = 26; ASD, n = 96; altre forme di DI, n = 32; TD, n = 49). Sono stati analizzati dati derivati dall'utilizzo di due questionari compilati dai caregiver (SP, SEQ) e una misura osservativa (SPA). I gruppi sono stati confrontati su tre modelli di elaborazione sensoriale: iporesponsività, iperresponsività e interessi sensoriali, ripetizioni. Inoltre, è stata valutata la concordanza tra misure diverse.
Il gruppo con sviluppo tipico ha mostrato i livelli più bassi di atipie sensoriali. I bambini con SD hanno costantemente mostrato meno difficoltà sensoriali in tutti i costrutti (Ipo, Iper e SIRS) e quasi tutte le misure rispetto ai partecipanti con ASD. Il gruppo di bambini con ASD ha mostrato i livelli più alti di atipie sensoriali, mentre il gruppo con SD e gli altri gruppi con DI hanno registrato valori intermedi con differenze inconsistenti tra di loro. In sintesi, nel gruppo di partecipanti con SD non è stato riscontrato un chiaro modello di comportamenti sensoriali atipici. Sebbene questi risultati non siano coerenti con ricerche precedenti (Bruni et al., 2010, Will et al., 2019), questa discrepanza è attribuibile a differenze metodologiche, relative, ad esempio, alle misure utilizzate, ai criteri di inclusione dei partecipanti, alle caratteristiche del gruppo di confronto e nei metodi di analisi.
Gli autori dello studio concludono evidenziando come le differenze tra i tre gruppi clinici indichino che le caratteristiche di elaborazione sensoriale possono variare tra le popolazioni cliniche, indipendentemente dalle capacità cognitive. Gli autori inoltre sottolineano la necessità di condurre ulteriori ricerche per esaminare i fattori biologici ed ambientali che differenziano i modelli di risposta sensoriale nei diversi disturbi del neurosviluppo, nonché l'effetto di questi modelli sulle interazioni sociali e sugli esiti di sviluppo.
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