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Sindrome X Fragile e Premutazione del Gene FMR1
La sindrome x fragile (FXS) è una condizione genetica rara a trasmissione ereditaria, dovuta alla mutazione del gene FMR1 localizzato sul braccio lungo del cromosoma X (q27.3). Più specificatamente, essa sarebbe dovuta all'espansione del trinucleotide CGG (citosina-guanina-guanina) nella porzione 5, non tradotta di questo gene, che tende a modificarsi in ampiezza nel passaggio da una generazione all'altra [Nolin, 2003]. Su ogni cromosoma X è infatti localizzato un gene FMR1 in cui la tripletta CGG si ripete un determinato numero di volte; quando l'espansione di queste basi azotate supera le 200 ripetizioni, si osserva metilazione del sito promotore, il conseguente silenziamento del gene, l'assenza totale o parziale della proteina FMRP per cui esso codifica, e quindi l'insorgenza della FXS. Nella popolazione "normale", la tripletta presenta dalle 5 alle 45 ripetizioni. Si parla di premutazione (PM) invece, quando il trinucleotide si ripete tra le 55 e 200 volte. In tali circostanze, la mutazione non è completa e la proteina FMRP non è totalmente assente, quindi non vi è manifestazione della sindrome. Sia gli uomini che le donne con PM possono trasmettere la mutazione ai loro figli, sebbene la probabilità che nasca un figlio con FXS sia maggiore quando è la mamma ad essere portatrice. Inoltre, se fino allo scorso decennio, si riteneva che le persone con PM fossero portatori "silenti" del disturbo, oggi sappiamo che possono invece presentare altre difficoltà comeinsufficienza ovarica precoce (FXPOI) e sindrome tremore/atassia (FXPOI).Inoltre, è stata osservato come molte persone con PM presentinodifficoltà psicologiche e cognitiveche nel complesso prendono il nome diFXAND(disturbi neuropsichiatrici) e che includono ansia, depressione, ADHD, disturbi dell'apprendimento, disturbi del linguaggio ecc. [Salcedo-Arellano et. al 2020]. In aggiunta, alcuni studi condotti sulle mamme con PM, hanno evidenziato come le caratteristiche cliniche delle madri possono avere un ruolo diretto sullo sviluppo del bambino con FXS e quindi incidere sulla sua prognosi a breve e lungo termine.
Ad esempio, nel 2021 Moser e coll. hanno condotto uno studio atto ad indagare la relazione tra le caratteristiche cliniche delle madri con PM e la qualità della relazione tra le madri ed i loro figli con FXS. Lo studio includeva un campione di 29 madri ed i loro figli dall' età media di circa 18 anni. Gli autori hanno misurato la sincronia madre-figlio mediante la codifica di due contesti di gioco non strutturato, uno in cui bisognava costruire un castello ed uno in cui si presentava al ragazzo una scatola di giochi. Le interazioni madre-figlio venivano video-registrate e quindi analizzate a posteriori. In aggiunta, gli autori hanno condotto sia con le madri che con i loro figli una valutazione del profilo cognitivo, psicologico e linguistico al fine di indagare la presenza di eventuali correlazioni tra le caratteristiche delle madri e quelle dei figli. Lo studio ha evidenziato come la presenza di difficoltà a carico della pragmatica del linguaggio nelle madri risultava fortemente predittiva di una scarsa sincronia nelle interazioni con i loro figli. Poiché è stato dimostrato come una migliore sincronia nell'interazione madre-bambino abbia un peso molto forte sullo sviluppo sociale, linguistico e comportamentale dei figli (in particolar modo in quelli con disabilità intellettiva) [Barber et al., 2001], il dato fornito dagli autori assume particolare importanza. Difatti, se le caratteristiche cliniche delle madri con PM incidono sulla qualità della relazione e degli scambi comunicativi con i loro figli con FXS, diventa chiaro che l'intervento non debba focalizzarsi solo sul bambino, ma sulla famiglia, dal momento che le persone con PM stesse possono presentare difficoltà e quindi necessitare di un supporto sia individuale (es. psicoterapia cognitivo-comportamentale) che nella gestione dei loro figli (es. psicoeducazione e parent training).
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