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Violenza domestica e Disturbi dell’alimentazione: come sono correlati?
Le esperienze infantili avverse (ACE), vengono definite come quell'insieme di esperienze traumatiche o molto stressanti che possono interferire con i normali processi di sviluppo. La prevalenza delle ACE è elevata: i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) riportano che quasi il 61% degli adulti ha vissuto almeno un tipo di ACE prima dei 18 anni e che un adulto su sei ha vissuto quattro o più tipi di ACE.
Diversi studi hanno indagato la relazione tra ACE e i disturbi alimentari (ED). Tra i disturbi del comportamento alimentare ricordiamo l'anoressia nervosa, la bulimia nervosa e il binge eating disorder (BED). In particolare quest'ultimo viene caratterizzato da frequenti episodi di consumo eccessivo di cibo vissuti con angoscia, perdita di controllo e sentimenti di vergogna; spesso si presenta per la prima volta nella tarda infanzia e nella prima adolescenza. Pertanto, la prevenzione e l'individuazione precoce del BED sono fondamentali per limitare le possibili conseguenze future tra cui obesità e depressione.
Un recente studio americano condotto su un ampio campione di più di 10.000 bambini e adolescenti, tra i 9 e i 14 anni a due anni di follow-up, ha individuato tre tipologie di ACE più fortemente associati al BED: la familiarità per malattie mentali, la violenza domestica e la presenza di criminalità in famiglia.
I modelli psicologici alla base del comportamento BED sono la bassa autostima, l'affettività negativa e le difficoltà di regolazione emotiva: questi elementi sono stati dimostrati come sequele psicologiche degli ACE e del trauma che ne deriva.
In conclusione, i risultati dello studio attuale evidenziano la necessità di considerare la presenza di ACE durante la valutazione e il trattamento dei bambini e degli adolescenti con BED, concentrandosi anche sulla componente traumatica presente, in modo da migliorare gli esiti e le esperienze di vita delle persone colpite.
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