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Disturbo bipolare: inquadramento diagnostico, fisiopatologia e trattamento
Il disturbo bipolare (DB) è una malattia mentale caratterizzata dalla combinazione di episodi ricorrenti di mania (o ipomania) e depressione maggiore. Si tratta di una condizione relativamente comune, con una prevalenza di circa l'1-2% della popolazione a livello internazionale (Humpston et al., 2014). Uomini e donne sono colpiti in egual misura e non vi sono attualmente prove a favore delle differenze etniche o razziali (Merikangas et al., 2007). L'esordio avviene solitamente in adolescenza o nella prima età adulta (Merikangas et al., 2011). Ciò è supportato anche da studi recenti che fanno riferimento al disturbo bipolare pediatrico (PBD) (Hobbs et al., 2022).
Tenendo conto delle caratteristiche cliniche degli episodi di alterazione dell'umore, è possibile classificare il disturbo in bipolare di tipo I e bipolare di tipo II. Nel primo caso, è necessario che il soggetto presenti almeno un episodio maniacale o episodio misto; nel secondo caso, invece, è richiesta la presenza di almeno un episodio ipomaniacale e un episodio depressivo. Gli episodi di entrambe le polarità risultano debilitanti ed in grado di compromettere il funzionamento del soggetto in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti (APA, 2013).
Analizzando la fisiopatologia, il disturbo bipolare risulta essere clinicamente ed eziologicamente eterogeneo, in quanto sia fattori biologici che ambientali contribuiscono al rischio di sviluppare questa condizione. Le influenze genetiche sembrano spiegare il 60-85% di tale rischio (Barnett et al., 2009). Studi di neuroimaging hanno evidenziato alterazioni strutturali del cervello associate al disturbo bipolare, tra cui una riduzione dei volumi sottocorticali e dello spessore corticale (Ching et al., 2022). Tra i fattori ambientali, gli eventi infantili avversi (come eventi di vita stressanti e traumi infantili) risultano associati allo sviluppo del disturbo bipolare (Robinson et al., 2021). In particolare, gli abusi e la negligenza nell'infanzia sono predittori di episodi più precoci, gravi e frequenti e di rischio maggiore di suicidio (Agnew-Blais et al., 2021). Studi più recenti suggeriscono inoltre un legame tra consumo eccessivo di cannabis e l'insorgenza del disturbo (Jefsen et al., 2023).
In merito al trattamento, questo articolo sottolinea l'importanza di combinare la terapia farmacologica, la psicoterapia e la psicoeducazione, al fine di migliorare la qualità di vita di coloro che presentano il disturbo bipolare (Geddes, 2013).
Approfondendo la terapia farmacologica, gli antipsicotici e gli stabilizzatori dell'umore sembrano i più efficaci per trattare la mania e l'ipomania. Tuttavia, gli antipsicotici agiscono più rapidamente degli stabilizzatori dell'umore, il che li rende preferibili negli episodi gravi che richiedono una rapida risoluzione. Tra gli antipsicotici, risperidone, olanzapina, quetiapina e aloperidolo presentano la migliore combinazione di efficacia e tollerabilità mentre il litio e il valproato sono gli stabilizzatori dell'umore più raccomandati (Cipriani et al., 2011). Nella pratica clinica, vengono spesso combinati un antipsicotico e uno stabilizzatore dell'umore (Taylor et al., 2021). Per la depressione, le evidenze scientifiche includono gli antipsicotici, come quetiapina, lurasidone e olanzapina, oppure la lamotrigina, un anticonvulsivante (Goodwin et al., 2016).
La psicoterapia può aiutare la persona ad esplorare il suo mondo interiore e le sue relazioni con gli altri, mentre la psicoeducazione può fornire al paziente informazioni relative alla natura della malattia stessa, prevenire lo sviluppo di auto-stigmatizzazione e offrire strategie per prevenire la discriminazione e la stigmatizzazione da parte dell'ambiente (Safiye et al., 2022). Inoltre, un lavoro con la famiglia può essere svolto per ottimizzare la capacità dei familiari di supportare il paziente e riconoscere il proprio bisogno di aiuto esterno (Oud et al., 2016).
Infine, è stato dimostrato che ridurre al minimo lo stress, praticare regolarmente attività fisica, seguire una dieta sana, evitare l'abuso di sostanze e mantenere un ritmo del sonno regolare contribuiscono al miglioramento dei sintomi dell'umore (Simjanoski et al., 2023).

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