- Abuso e maltrattamento
- Disturbi dello spettro autistico
- Disturbi del comportamento alimentare
- Disturbi dell’umore
- Disturbi d’ansia
- Disturbi specifici del linguaggio
- Disturbi specifici dell'apprendimento
- Disturbo da deficit dell'attenzione e iperattività
- Disturbo della condotta
- Disturbo oppositivo-provocatorio
- Disabilità intellettiva e sindromi genetiche
- Stati mentali a rischio e psicosi
- Altri disturbi - i disturbi da tic
- Disturbo Ossessivo-Compulsivo
Disturbi specifici del linguaggio
Il Disturbo di
Linguaggio (American Psychiatric Association, 2013) è
il più diffuso dei disturbi del neurosviluppo. Secondo alcuni
autori, e dalla recente Consensus-Conference (2019) dovrebbe essere
definito Disturbo Primario di Linguaggio (Reilly et al., 2014) in
quanto il disturbo prevalente deve essere di natura linguistica.
Numerose evidenze sperimentali suggeriscono che, in questi bambini,
al disturbo linguistico si associano frequentemente difficoltà
cognitive di varia natura, che si manifestano in modo diverso nelle
diverse fasi evolutive, quali, ad esempio, nella gestione della
memoria procedurale (Lum et al., 2012), nel controllo motorio
(Finlay e McPhillips, 2013), nella memoria di lavoro fonologica
(Duinmeijer et al., 2012) e nelle funzioni esecutive (Marini,
2017).
Alcuni autori (ad es. Bishop et al., 2017) propongono di far
riferimento a questi disturbi con l'etichetta diagnostica di
"Developmental Language Disorders" (DLD).
Caratteristiche:
Difficoltà persistenti nell'acquisizione e nell'uso del linguaggio
attraverso diverse modalità (ad es. parlato, scritto, segni ecc.)
dovute a deficit di comprensione o di produzione che includono
vocabolario ridotto, struttura frasale limitata, difficoltà nella
formazione del discorso.
Quindi le difficoltà possono essere presenti in una o in più aree
linguistiche (fonologia, lessico, sintassi o
pragmatica) in assenza di disturbi neurologici,
sensoriali, relazionali e cognitivi.
Parlatori Tardivi (Chilosi et al., 2019; Rescorla e Alley, 2001) o Late Talkers sono circa l'11-13% di bambini di età compresa tra i 18 e i 36 mesi (Collisson et al., 2016; Hawa e Spanoudis, 2014; Marini et al., 2018; Rescorla, 2011) che presentano un ritardo nella comparsa del linguaggio espressivo che, nei casi più gravi, può essere osservato anche nel dominio recettivo (Buschmann et al., 2008; Desmarais et al., 2008; Leonard, 2009). Nel 70% dei casi il linguaggio espressivo migliora in modo significativo entro i 3 anni (Bello et al., 2018; Chilosi et al., 2019; Domsch et al., 2012; Rescorla, 2011; Whitehouse et al., 2011; Rice et al., 2008).