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ANSIA SCOLASTICA: UN FENOMENO IN AUMENTO
Sempre più spesso, bambini e
adolescenti manifestano ansia e timore nei confronti della
scuola, talvolta tanto da interrompere la frequenza con
conseguenze significative sul loro rendimento. Tuttavia, affrontare
questa paura con adeguate strategie non è considerato patologico in
età evolutiva; è una problematica comune e diffusa. Il contesto
scolastico impone agli studenti uno stress
costante legato a compiti e interrogazioni, non solo per il voto,
ma anche per come la loro performance può essere giudicata dagli
insegnanti e dai compagni. Il timore del giudizio
è strettamente legato all'ansia, insieme alla paura dell'insuccesso
e della possibile derisione da parte dei pari, con conseguente
isolamento. In alcuni casi, la paura può essere innescata da
insegnanti specifici o da relazioni negative con alcuni compagni.
Nei più piccoli, l'ansia è spesso legata alla separazione dai
genitori durante il tempo a scuola. La preoccupazione di non
soddisfare le aspettative dei genitori amplifica la tensione per i
giovani studenti. I sintomi manifestati, come mal di testa, mal di
pancia, tensione muscolare e disturbi del sonno, rivelano il
disagio emotivo. La richiesta frequente di evitare
la scuola è una strategia adottata dagli studenti per proteggersi
da eventi negativi e percepiti come fallimenti. Purtroppo, questo
può portare a un calo del rendimento scolastico, confermando le
paure degli studenti. Il genitore che riconosce questi segnali nel
proprio figlio dovrebbe dedicare tempo ad ascoltarlo, senza
sminuire o giudicare. Accogliere il disagio, soprattutto nei più
piccoli, aiuta a evitare il rischio che le paure si trasformino in
fobie in età adolescenziale. È cruciale instaurare un
dialogo con gli insegnanti per collaborare a un
progetto di supporto, che includa l'allenamento alla frustrazione e
la valorizzazione della persona indipendentemente dal voto. Per i
casi più intensi e prolungati, è consigliabile consultare uno
specialista per valutare la necessità di un percorso
psicoterapeutico. Questo dovrebbe concentrarsi sul riconoscimento e
la gestione delle emozioni, fornendo agli studenti gli strumenti
necessari per affrontare le sfide quotidiane in modo positivo.
Suggerimenti che possono risultare utili per molti genitori
emergono considerando l'aumento del fenomeno dell'ansia scolastica,
come indicano i dati attuali. Questo problema è in crescita per
diverse ragioni. Secondo la dottoressa Maria Pontillo, l'aumento
generale della sofferenza psicologica tra bambini e adolescenti è
un aspetto rilevante. L'ansia scolastica va vista
come la punta di un iceberg, una condizione emotiva che si
manifesta con la difficoltà di mantenere una frequenza scolastica
continua e che porta a percepire la scuola come un luogo negativo.
La scuola smette di essere vista come un'opportunità di
socializzazione e apprendimento, diventando piuttosto fonte di
stress. La dottoressa evidenzia come, nella sua esperienza clinica,
l'ansia scolastica sia spesso il segnale di un disagio più
profondo, come una depressione o un disturbo d'ansia. Un bambino o
un adolescente in uno stato di sofferenza psichica trova difficoltà
a mantenere il ritmo delle attività quotidiane, con la scuola che,
essendo il principale impegno per i giovani, diventa un luogo di
stress difficile da sopportare. L'ansia scolastica coinvolge sia i
bambini che gli adolescenti, senza una fascia d'età più a rischio,
anche se spesso esordisce in concomitanza di momenti percepiti come
critici. Si manifesta soprattutto nelle fasi di passaggio, come il
passaggio alla scuola media o, più frequentemente, al passaggio
alle superiori. Il cambiamento di contesto e la necessità di
affrontare richieste scolastiche più impegnative o di fare nuove
amicizie possono essere particolarmente dolorosi e faticosi per
bambini e adolescenti fragili. È importante sottolineare che,
secondo l'esperienza clinica della dottoressa Pontillo, l'ansia
scolastica non presenta differenze di genere e non sembra
influenzata dalla situazione socio-economica. Il nuovo
libro intitolato "Domani resto a casa" (Erickson), scritto
da Stefano Vicari, Professore Ordinario di Neuropsichiatria
Infantile presso la Facoltà di Medicina dell'Università Cattolica
del Sacro Cuore di Roma e Primario di Neuropsichiatria Infantile
dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, insieme a Maria Pontillo,
psicoterapeuta cognitivo-comportamentale presso l'Unità Operativa
Complessa di Neuropsichiatria dell'IRCCS Ospedale Pediatrico
Bambino Gesù di Roma, è interamente dedicato al tema dell'ansia
scolastica. Questo libro rappresenta la seconda pubblicazione della
nuova collana Erickson in collaborazione con la Scuola Holden,
denominata "Leggere tra le righe". Gli autori
affrontano il fenomeno dell'ansia scolastica da un punto di vista
scientifico, fornendo una descrizione delle caratteristiche del
disturbo con un linguaggio semplice e accessibile. Nel libro,
vengono offerte indicazioni e suggerimenti pratici per intervenire
nel modo più efficace possibile rispetto a questo problema
diffuso.
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